08 dicembre 2009

Corriere del Veneto .it

Uccisi in Ecuador dopo un rito sciamanico Sospetti su alcuni compagni di viaggio

Denis Tronchin, 29 anni, di Scorzè, e il milanese Emiliano Eva furono trovati morti in Amazzonia nel 2006. La pista di un rito con allocinogeni e sei mandati di cattura

Denis Tronchin: la sua morte è ancora un mistero

VENEZIA - «Ai tempi l’unico indiziato era Francesco De Giorgio, quello che ha organizzato il viaggio. Nei suoi confronti era stato emesso un ordine di cattura». Così Francesco Tronchin, padre di Denis, uno dei due giovani italiani morti durante un viaggio in Amazzonia, commenta la notizia dei sei mandati di cattura per omicidio colposo emessi dalla magistratura dell’Ecuador nei confronti di sei italiani sospettati di aver preso parte con i due ragazzi ad un rito a base di allucinogeni presso l’etnia Shuar.

I resti di Denis Tronchin, un grafico di 29 anni, di Gardigiano di Scorzè, nel Veneziano, e quelli del suo compagno di viaggio, Emiliano Eva (28), musicista, furono trovati ai bordi del Rio Pastaza, nella foresta amazzonica. «Noi - ricorda il padre di Tronchin - avevamo fatto forza sui compagni di viaggio di Denis per avere notizie. Volevamo sapere dove cercare i ragazzi. Ma loro avevano detto solo di aver fatto il viaggio assieme. Non abbiamo idea di cosa si sia svolto laggiù, l’uso di droghe era solo una tesi».

Denis ed Emiliano erano partiti per l’Ecuador a fine luglio del 2006. I loro resti furono trovati all’inizio del 2007. Eugenio Zanardi, uno dei viaggiatori, aveva affermato che i due giovani avevano lasciato il gruppo ai primi di agosto 2006: «Noi ci siamo diretti verso la costa - aveva detto - e non sappiamo che cosa abbiano deciso». In merito all’ipotesi di un traffico di «tzantas», teste miniaturizzate dagli Shuar, «nessuno ci ha mai parlato di traffico di organi quando ci hanno restituito quella poca cosa che erano i resti di mio figlio - dice Tronchin - Abbiamo voluto la restituzione, è stato identificato in base al dna».